Ecco finalmente un disco che merita una attenta considerazione e non solo a livello nazionale. Oggi che i nostri musicisti sono elogiati, amati e stimati in ogni parte del mondo, mi domando perché non ho ancora letto sulle grandi riviste d’opinione o ascoltato in concerti importanti i musicisti che appaiono in questo nuovo cd a none di un vibrafonista di cui non vedo eguale anche fuori dai nostri patri confini.
Il suo fraseggio è limpido, il senso della melodia è perfettamente consequenziale alle linee dei temi da lui stesso composti o che ha scelto di interpretare. Decidere oggi di incidere Sweet Lorraine, Silver Serenade di Horace Silver o addirittura il bellissimo For Keeps composto da Terry Gibbs, non è abitudine generalizzata da parte dei nostri solisti più famosi.
Giuliano Perin
I musicisti che hanno realizzato questo cd hanno invece deciso con grande intelligenza e sensibilità di affrontare anche temi diversi. E lo fanno con sicurezza, capacità e profondo senso del jazz. Dei dieci titoli racchiusi in quest’opera, cinque sono del leader, uno del pianista e un ultimo di due compositori italiani celebri per la loro appartenenza a un quartetto vocale oggi scomparso per la morte di due dei suoi componenti.
È la prima volta che I Ricordi della sera di Virgilio Savona e Tata Giacobetti, viene proposto in una interpretazione jazzisticamente di grande spessore. Che dire poi degli originali? Spring Breeze si avvale di un riuscito arrangiamento a tre voci (tromba, trombone, saxtenore) a cui seguono parti solistiche del vibrafonista, della tromba, del pianista e del sassofonista tutte assai inventive, con il vibrafonista ancora una volta straordinariamente limpido in rispetto agli eterni valori del jazz.
Così il pianista e il sassofonista la cui sonorità ricorda a volte quella di Benny Golson. Un altro original, sempre del vibrafonista, Roba da Mallets è una di quelle esecuzioni che se sottoposte ad un blindfold test, non so quanti sarebbero in grado di pensare a un solista di casa nostra. La mente andrebbe sicuramente verso altri luoghi.
In primis gli Stati Uniti nella speranza di individuare un vibrafonista e un pianista il cui stile ci è, per certi versi familiare, per altri risulterebbe assai originale. Infine Flexibility dovuto sempre alla penna del vibrafonista, dà il titolo al cd ed è come il primo eseguito con l’ausilio di tutti gli strumentisti.
Benny Lamonica
Jacopo Jacopetti
Maurizio Scomparin
Marcello Tonolo
Luciano Milanese
Massimo Chiarella
Ancora una volta il vibrafonista dimostra tutte le sue qualità, come il trombonista, così poco presente, ahimé, nel corso del disco. Avrebbe meritato una maggiore visibilità. A parte ciò, lo ripeto un disco di notevole livello che fa conoscere solisti di valore. Dimenticavo però la cosa più importante. I nomi di questi musicisti.
Giuliano Perin vibrafonista e leader del gruppo. Jacopo Jacopetti saxtenore, Massimo Chiarella straordinario batterista dallo stile fluido, con grandi capacità nell’utilizzo dei piatti e dello snare, Maurizio Scomparin tromba.
Tutti veneti. Come veneto è Marcello Tonolo le cui doti sono ben conosciute, così come sono altrettanto ben conosciute e apprezzate da tempo quelle del contrabbassista Luciano Milanese, prestato dalla “repubblica genovese” a quella veneta. Infine nella tradizione astigiana, città di grandi musicisti, il trombonista Benny Lamonica. Una ultima raccomandazione, non dimenticate i loro nomi. Non sarebbe giusto.