menage a trois

Ménage à Trois

Caligola Records

Artisti

Giuliano Perin

Pianoforte, vibrafono e marimba

Domenico Santaniello

contrabbasso

Daniele Scambia

batteria

Un nuovo disco di Giuliano Perin riserva sempre delle sorprese. Dal primo (“Electrk Workshop-Right Up”) – pubblicato vent’anni orsono – quando questo brillante vibrafonista e pianista aveva appena frequentato corsi tenuti da Ran Blake, Barry Harris e Franco D’Andrea e frequentato la scuola “Thelonious Monk” con la cui Big Band, diretta dal pianista Marcello Tonolo, avrebbe realizzato in seguito un paio di dischi e un altro paio con la sua “Royal Big Band”, a questo che è il suo ultimo.

Giuliano Perin è uno di quei musicisti del nostro nord-est così dotati, ma i cui nomi, per uno strano gioco del destino, raramente appaiono nei cartelloni dei più importanti festival del centro-sud.

Il jazz veneto, a cui dedicherò un lungo capitolo nel terzo e ultimo libro sul jazz italiano in via di preparazione, ha rivelato eccellenti solisti dotati spesso di indubbia personalità come Giuliano Perin, che in questo “Menage a trois” esegue sette brani da lui stesso composti a cui se ne aggiungono altri due: uno del vibrafonista Dave Samuel Arthur Dance, (dove utilizza l’antica “tecnica” del jazz del “call and response”), già inciso da Perin nel cd “Into the Vibes” e che ebbe occasione di suonare in concerto con Dave Samuels e You’re my Everything celebre canzone che Harry Warren scrisse nel 1931, che conta innumerevoli esecuzioni fra cui una celebre di Miles Davis del 1957 con Coltrane, Red Garland, Chambers e Philly Joe.

In questa versione Perin ha, in alcuni punti, riarmonizzato quel celebre standard, cercando, come lui stesso dice “di rispettare al massimo i canoni tradizionali, utilizzando (Bill Evans docet) il cambio di tonalità di una terza minore tra un solo e l’altro”.

Il cd si apre con Ménage à trois, lo stesso che da il titolo all’album. Si tratta di una composizione che “rappresenta” dice ancora il musicista veneto, “l’universo musicale in cui sono cresciuto con richiamo al rock jazz degli anni ’70, al latin jazz, al jazz modale. I soli di marimba, vibrafono e piano si rincorrono e sono complementari proprio come un Ménage à trois”.

Il perché di questo titolo, lo spiega sempre l’autore: “da un lato i tre musicisti nella più classica delle formazioni – pianoforte, contrabbasso e batteria – dall’altro la possibilità di esprimermi suonando tre strumenti”.

Infatti Giuliano suona pianoforte, vibrafono e marimba, creando qualcosa di inusitato nel mondo del jazz italiano e non solo, quell’unità di stile che invano cerchiamo, senza trovarla, in molte incisioni recenti. Inoltre la tecnica utilizzata in questo nuovo disco è una vera e propria novità per il trio in quanto si ha spesso la sensazione di ascoltare un quartetto se non un quintetto.

La capacità di Perin nella tecnica delle sovra incisioni è notevole. “La cosa più difficile” dice ancora “che da subito mi ha impegnato per la riuscita del progetto è stata quella di accompagnarmi al piano con l’interplay che ogni buon pianista deve avere con il solista, ma il solista in questo caso non c’era perché gli assolo di vibrafono e marimba sono stati registrati in un secondo momento.

E altrettanto vero che auto accompagnarsi può essere in alcuni casi un vantaggio, perché nei miei assolo di vibrafono e marimba ben sapevo quale sarebbe stato il sound del mio prossimo voicing al piano”.

Altri brani registrati da Perin già in diverse occasioni: Passion & Reason con il sassofonista americano Neil Leonard nel cd omonimo rivisitato, in questa occasione, con un ritmo di bossa nova e Night Waltz già ascoltato con Marcello Tonolo nel cd “Flexibility”, sono altrettanto riusciti, anche per l’efficacia del contrabbassista Domenico Santaniello, il cui assolo in Something for us è, per usare una espressione dello stesso Perin, “veramente megistrale” e dell’eccellente batterista Daniele Scambia.

Il cd è impreziosito da almeno altri due brani: Metropolitrane un blues che Perin ha dedicato a Coltrane dove ha cercato “di riprodurre in musica le sensazioni provate la prima volta che arrivai da ragazzo nel metro di Parigi” e This is for Chick omaggio a Chick Corea, tema giovanile composto da Giuliano a 19 anni “quando non esistevano spartiti di jazz e tutto si imparava solo dai dischi”.

Fatto questo di grande importanza perché anche attraverso l’ascolto continuo delle incisioni dei grandi del jazz, ha fatto si che la generazione, a cui appartiene lo stesso Giuliano Perin, ha visto nascere musicisti di indubbie personalità e capacità. Ciò che inoltre colpisce favorevolmente è la grande capacità di Perin nella composizione dei temi, che rivelano una dote ormai rara, quella di creare melodie di indubbia bellezza.

Adriano Mazzoletti

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